Il Photolangage – che cos’è e a cosa serve

Il photolangage nasce a Lione in Francia nel 1965 in modo completamente intuitivo e casuale.
Due psicologi stavano lavorando con un gruppo di adolescenti con gravi difficoltà ad esprimersi ed a raccontare il proprio vissuto di fronte alle altre persone del gruppo.
Data la sua efficacia il photolangage rapidamente si è esteso al campo della formazione e anche in campo terapeutico.

photolangage

Come funziona?
Ci sono 9 dossier di fotografie protette da copyright che vengono proposte per gli incontri di gruppo.
A tutti i partecipanti viene proposto di rispondere ad una domanda attraverso la scelta di una fotografia tra quelle presenti.
Il photolangage consente ad ogni partecipante di consapevolizzare ciò che lo interessa, lo colpisce o lo coinvolge nella foto che ha scelto, di prendere in considerazione le emozioni che la foto genera in lui, di conoscersi meglio cercando di raccontarsi e di comunicare in gruppo.
Ognuno cerca di capire l’altro, non nell’intento di giudicare ma per migliorare le proprie capacità di empatia, ascolto e di comunicazione.
Il photolangage propone attività sintetiche di percezione, specchi inattesi di sé e degli altri e fornisce ai conduttori un supporto per l’osservazione in gruppo di una determinata situazione.
Negli incontri di gruppo viene compiuta una progressiva elaborazione sulle questioni affrontate per le quali è previsto nell’incontro finale un momento di restituzione.

Presentazione sul PhotoLangage

E’ possibile scaricare una breve presentazione di 6 slides, che illustra i principi di funzionamento del Photolangage

Photolangage-ITA.pdf

Photolangage-ITA.ppt

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Una risposta

  1. Francesca Cao ha detto:

    Buongiorno Dott.ssa Zanotti,

    Sono la fotografa Francesca Cao e la contatto perché desidero discutere con lei di un ambizioso progetto fotografico e oltre. Il mio progetto, articolato in varie fasi, mira a promuovere la consapevolezza sulla ricerca dell’autenticità, educando simultaneamente le giovani generazioni sui valori fondamentali dell’accettazione di sé e della scoperta del proprio sé autentico, sfruttando l’espressività della fotografia.

    La prima fase prevede l’utilizzo di una tecnica fotografica da me inventata e attualmente in fase di brevetto, chiamata “Errore Metodico”. Questa tecnica consiste nell’intersezione di due immagini che vanno parzialmente a sovrapporsi, creandone così una unica. Propongo l’accoppiamento di due scatti, uno nitido e l’altro sfocato, consentendo alle persone, ritratte su base volontaria, di decidere quale parte del loro corpo mettere a fuoco. Durante lo scatto, eseguirò un ritratto e le inviterò ad esporre apertamente la parte del corpo di cui si vergognano di più, fondendo entrambe le immagini in un’unica composizione. La scelta di mettere a fuoco una delle due o entrambe le immagini sarà completamente nelle loro mani.

    La ragione per cui la contatto è il mio vivo interesse per il metodo Photolangage e mi piacerebbe discutere con lei di un’idea per la fase successiva del progetto. Vorrei organizzare laboratori per presentare il progetto ai giovani adolescenti, chiedendo in seguito loro di scattare una foto sfuocata e una nitida di se stessi, decidendo cosa mostrare e cosa nascondere. Successivamente, discuteremo insieme dei risultati.

    Sarei lieta di approfondire ulteriormente questo progetto con lei, se non la disturbo mi piacerebbe fare due chiacchiere al telefono nei prossimi giorni.

    Cordialmente,
    Francesca Cao

    p.s. essendo la tecnica ancora in fase di richiesta brevetto non troverà ancora nulla sul mio sito che è indicato sotto

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