Una testimonianza di quanto sia importante accettare la presenza dell’ansia per liberarsi dagli attacchi di panico

Alessandra, una signora che ho seguito per un problema di attacchi di panico, era titubante e bloccata, non se la sentiva di sminuire la propria ansia dandole meno importanza, un passaggio importante per ridurre l’entità dei sintomi.

La terapia si concluse prima di arrivare all’obiettivo di guarigione, perché questa persona dovette partire per l’estero per lavoro.

Tuttavia, nonostante non ci frequentassimo più, la signora mi disse che avrebbe continuato ad applicare il metodo previsto dalla terapia cognitivo-comportamentale che le avevo spiegato. Ogni due o tre settimane mi inviava un messaggio email, per farmi sapere se il problema stava migliorando oppure no.

La svolta

Dopo 3 mesi, proprio quando imparò a dare meno importanza ai sintomi, Alessandra cominciò a stare molto meglio, al punto da inviarmi il messaggio email che segue:

Aveva ragione dottoressa, ottengo ottimi risultati quando scherzo con la mia ansia e la osservo senza farmi spaventare oppure faccio finta che abbia le sembianze di un personaggio della Disney!: “Ahhh eccoti qua, oppure, ecco quella sensazione che di solito mi spaventa.. che cosa interessante. Mi chiedo quali pensieri spaventosi accompagneranno ora quella sensazione? ansia e come paperinoForza, Paperino e tutti i tuoi pensieri terribili, non nascondetevi. Non vi mordo mica. Voglio solo vedervi. Non sarò frustrato a causa vostra o scapperò. Anzi, volete passare del tempo con me? Adesso vado in città, quindi perché non vi aggregate?

Ogni volta che l’ansia mi strattona, l’ho accolta e me la sono fatta amica. Ho sorriso interiormente e ho detto “Sì, sei la benvenuta ad entrare. Accomodati pure. Sarò da te tra un minuto.”

Se l’ansia continua a presentarsi con degli spaventosi pensieri penso: “Okay. Che importa. Ti sento. Puoi restare, ma io ho questa cosa da finire, quindi questo è proprio quello che farò. Non ti sto spingendo via. Solo non penso che le sensazioni che mi fai provare corrispondano a qualcosa di così urgente come tu (ansia) lo stai facendo apparire.

Verso la fine della mia guarigione, soffrivo ancora di ondate casuali di pensieri ansiosi che sembravano un pugno allo stomaco. Ogni volta che le sentivo, sapevo che era il momento di dire di sì e applicare quanto mi aveva spiegato. Cominciavo ricordando a me stessa di non fare resistenza ad alcun pensiero indipendentemente da quanto allarmante fosse, ma piuttosto di “abbracciarli”.

Prima, la vecchia me aveva l’abitudine di urlare; “NO! Non ora! E poi, sicuro come l’oro, un’ondata enorme di ansia mi colpiva, quindi pensavo “BASTA!!!! e via, un’altra scarica di adrenalina mi colpiva. Onda dopo onda venivo schiacciata dall’ansia e la paura al punto di essere persa in un mare aperto fatto di adrenalina e paura. Una volta che ho imparato a mettere in pratica ciò che mi ha spiegato e al dire all’ansia SI anziché NO, queste onde di ansia e paura presto divennero niente più di piccole increspature.

Di di SI all’ansia con un atteggiamento gioioso.

Puoi per esempio fare come Alessandra e provare a pensare a come sarebbe la cronaca umoristica della tua ansia, mentre mantieni il sorriso sulle labbra anche quando i pensieri e le sensazioni ansiose spuntano dal nulla:

Per guarire dall’ansia smetti di temerne le sensazioni

Vorrei citare una bellissima frase della dottoressa Claire Weekes:

La guarigione si trova nel bel mezzo di tutte le sensazioni che temi di più.

L’ansia e il panico sono alimentati dalla paura delle sensazioni. Per poter davvero uscire dallo stato ansioso, devi smettere di essere ossessionato e temere i pensieri ansiosi e le sensazioni che ti al momento ti spaventano.

Mi riferisco sia alle sensazioni fisiche come il cuore che batte forte o un senso di costrizione al petto, che alle sensazioni mentali, come i pensieri “importuni” (invadenti e fastidiosi) che la derealizzazione.

La guarigione dall’ansia e dal panico non riguarda l’assenza di sensazioni.

La guarigione totale la raggiungi quando arrivi ad uno stadio in cui le sensazioni si manifestano, ma tu non ci fai caso.

Puoi proseguire con le tue attività quotidiane e non preoccuparti del fatto che siano presenti o meno. Quello è il momento in cui l’ansia per te non è più un problema.

In breve, l’ansia non è nelle sensazioni; è nella tua resistenza a queste sensazioni.

niente ansia per cuore che batte per corsaLascia che ti faccia un esempio.

Non diventiamo ansiosi se il cuore batte forte dopo che abbiamo fatto una corsa, perchè sappiamo che l’esercizio è la causa della sensazione.

E nemmeno diventiamo ansiosi dopo aver preso una botta al piede. Il problema nasce quando non riusciamo a identificare la causa della sensazione. Il nostro cervello è strutturato in modo tale da fare una attenta guardia in caso di minacce al fine di tenerci al sicuro. Se sentiamo una sensazione strana e non sappiamo perchè si sta manifestando, tendiamo a saltare a conclusioni apprensive.

Per fare un esempio a questo riguardo, grattati la nuca.

Ascolta attentamente il suono che questa azione crea. Ora, immagina di non sapere cosa sta causando questo suono. Non cominceresti a preoccuparti della possibilità che ci possa essere qualcosa di strano che sta capitando alla tua testa?

Più è alto il tuo livello di ansia generale, più reagisci in maniera eccessiva alle sensazioni sconosciute.

Se vuoi un aiuto addizionale per velocizzare i tuoi progressi, puoi leggere Come velocizzare la guarigione dall’ansia e dagli attacchi di panico.

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19 risposte

  1. Gavino ha detto:

    Io ho fatto tanta psicoterapia e quindi sono diventato un maestro nell’ansia. L’esposizione a volte mi fa paura ma è il passo successivo per stare in tutte le sensazioni e pensieri orrendi…ma è la strada giusta. Bellissimo racconto da mettere in atto.un saluto

  2. Kevin ha detto:

    Salve Dottoressa.Volevo inanzitutto che i suoi articoli aiutano molto.Volevo chiedere cosa bisogna fare quando ti assale quella sensazione brutta di stanchezza e nausea che un pochino spaventa quando si è in giro. Un piccolo suggerimento. …la ringrazio infinitamente.

    • ernesta-zanotti ha detto:

      gentile lettore
      mi dispiace ma in questo blog fornisco risposte rapide e generiche..non cosi complesse come quella che merita….se vuole approfondire la sua situazione la invito a scrivermi in privato e dio le manderò gli estremi per accedere al servizio di consulenza telefonica.

  3. Kevin ha detto:

    Grazie mille …un saluto

  4. Federico ha detto:

    Buonasera dottoressa. Innanzitutto voglio farle i complimenti per i suoi articoli sempre molto chiari e pratici. Io faccio terapia da 5 anni però ancora non accetto l ansia (in particolar modo mi spaventano le palpitazioni e i pensieri catastrofici). Il punto è che la mia terapeuta non mi ha mai detto di accettare l’ansia ma “combatterla” con il pensiero razionale, cioè, ogni volta che mi vengono pensieri catastrofici prendere carta e penna e scriverli e poi a mente lucida rispondere a tutti i dubbi in maniera razionale e equilibrata. Il problema è che i pensieri si affollano in continuazione e il pensiero razionale non mi tranquillizza. Scusi se mi sono dilungato così ma era per dovere di cronaca. La mia domanda è, secondo lei, può essere utile continuare con il pensiero razionale oppure è meglio accettare e arrendersi alle sensazioni e pensieri ansiosi?

  5. Elena ha detto:

    Buonasera Dottoressa,
    Cosa devo fare per avere un suo consulto telefonico?
    Grazie

    • ernesta-zanotti ha detto:

      Cara Elena, Troverà le indicazioni per contattarmi sulla home page.

      Se avesse difficoltà non esiti ad inviarmi un messaggio email. A presto

  6. paolo ha detto:

    ok buonasera i vivo con ansia e panico da molto tempo sto trovando interessanti le sue indicazioni su come cercare di accettarla ,ho fatto psicoterapia ma un disastro ,sono in cura con psicofarmaci,corro e cammino e vado in montagna sempre con l ‘ansia e non e’ facile ,purtroppo e’ lontana io sono a torino ,puo’ consigliare un testo grazie mille

  7. Marco ha detto:

    Secondo lei la derealizzazione è un sintomo dell’ansia o di un disturbo dissociativo? La mia terapista (con cui ci conosciamo da un anno e mezzo) sostiene sia solo una mia reazione all’ansia, ma prima di incontrare lei ho fatto due sedute con un’altra terapista con cui non mi sono trovato bene e lei pensava fossi dissociato. Mi fido della mia terapista che mi conosce meglio di me stesso ma la paura di essere più grave di quanto lei pensi mi assilla

    • ernesta-zanotti ha detto:

      Secondo lei la derealizzazione è un sintomo dell’ansia o di un disturbo dissociativo? entrambe
      “….trovato bene e lei pensava fossi dissociato…” è la stessa cosa!!! hanno ragioni entrambe..dissocia in studio cosi come fuori per difendersi da una paura (ansia paura inconscia sono uguali dal punto di vista chimico)….il punto è la frequenza, le condizioni e l’intensità che determinano un disturbo vero e proprio o un sintomo legato all’ansia. ne parli con la sua dott.ssa

  8. Dorella ha detto:

    Ansia ? No grazie

  9. Matteo ha detto:

    Buonasera Dottoressa,
    Sono un uomo di 35 anni che da anni soffre d’ansia prestazionale e generalizzata oltreché di depressione diagnosticata. Attualmente sto facendo psicoterapia e assumendo farmaci ma le cose non vanno. Premetto che ho fatto anni di psicoterapia cambiando più specialisti quindi mi ritengo informato sull’argomento. Leggendo il suo articolo ho riscontrato quello che attualmente mi è stato detto e che sto provando a fare. Tuttavia mi sento lontano anni luce dall’accettazionee dell’ansia che non riesco a vedere se non come nemica da combattere. Mi chiedo come possa accettare l’emozione che mi ha e sta rovinando la vita ben sapendo che proprio per questo ingiusto mio comportamento ho raggiunto un livello di sofferenza estremo. Mi chiedo come possa concentrarmi sul mondo esterno quando internamente il mio stomaco si contorce e il mio cuore palpita. Mi chiedo se riuscirò ancora ad essere sereno per un mese intero di fila. Bella la sua pagina web vorrei anch’io trovare il mio paperino come quello della sua paziente. Saluti

  10. Adriana ha detto:

    Sono 3 mesi che vivo con l’ansia forte.. Molte.. Cose sono sparite.. Ma mi comporto come il primo giorno paura .. Non ho una vita normale.. Vivo nella paura.. Ci penso tutto il giorno sono spaventata.. Ho dei precendenti.. Anche in passato.. E ne sono uscita.. Ora non riesco..

    • Christian ha detto:

      Prova a trovare l’incastro, perché se ci pensi bene c’è qualcosa che te lo fa scatenare . Scrivi ogni giorno e trova la via d’uscita perché c’è . Tanti auguro in bocca al lupo !

  11. Giovanna ha detto:

    Dottoressa ho 35 anni e da circa 4 mesi soffro di forti stati ansiosi legati al mio lavoro, sono un insegnante (insegno da 10 anni). Quest’anno ho cambiato scuola e ho avuto una classe molto difficile con ragazzini autistici gravi, ho avuto paura delle loro reazioni e ad un certo punto ho cominciato ad avere ansia di entrare in classe.Faccio psicoterapia da 4 mesi, riesco a gestire l’ansia. Non ho paura dei sintomi, affronto tutte le situazioni. Quello che mi è rimasto è un senso di agitazione e irrequietezza continua

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